59 E poi mandò nel campo un messaggiere
Al conte Orlando, e ’n questo modo scrisse:
Poi ch’abbiam fatto triegua, cavaliere,
Acciò che grand’inganno non seguisse,
Contento sia di venirmi a vedere
Alla città sicuramente, disse;
Cosa udirai, che ne sarai poi lieto;
Ma sopra tutto sia presto e segreto.
60 Il messaggiero Orlando ritrovava,
Che si chiamava nel campo Brunoro;
Segretamente la lettera dava:
Orlando lesse, e sanza alcun dimoro
A Manfredon la lettera mostrava.
Manfredon disse: Forse Caradoro
Potrebbe qualche inganno fabbricare,
E quel baron tel vorrà rivelare.
61 Mentre che è triegua, va sicuramente;
Chi sa chi sia quel guerrier del lione?
Pel mondo attorno va di strana gente;
Io ti conforto d’andarvi, barone.
Morgante a ogni cosa era presente,
E disse: Forse ch’egli ha del fellone;
Egli ebbe voglia infin oggi di dirti
Qualche trattato, e ’l suo segreto aprirti.
62 Io vo’ con teco alla terra venire,
Che non ci fussi qualche inganno doppio,
E in ogni modo con teco morire;
E ’nfin del campo udirete lo scoppio,
Se col battaglio s’avessi a colpire:
Perchè, se bene ogni cosa raccoppio,31
Di chieder triegua, e tornarsi oggi drento,
Segno mi par di qualche tradimento.
63 Alla città n’andorno finalmente.
Rinaldo immaginò la lor venuta:
Fecesi incontro al suo cugin possente,
E giunto appresso, in francioso il saluta.
Orlando rispondea cortesemente
Quel che gli parve risposta dovuta;
E pur parlava come Saracino,
Chè non conosce il suo caro cugino.