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INDIRIZZO
dei cittadini francesi residenti in roma
al corpo di spedizione comandato dal Generale Oudinot in Civitavecchia
- Cittadini Soldati!
Un Ministero bastardo e spergiuro vuol disonorarvi e rendervi i soldati del dispotismo.
Son corsi appena venti giorni da che l’Italia venduta e tradita a Novara dimandava si eseguissero i patti sacrosanti della Francia repubblicana, e sollecitava il suo appoggio fraterno. Il Governo allor non aveva soldati per un popolo che preferisce i dolori dell’esilio alla vergogna del giogo austriaco. Ed ora questo stesso Governo, rinnegando assolutamente la origine sua, attuando alleanze coi re contro i popoli, si fa il sostegno della ristorazione la più dispotica, quella dei preti e dei nobili, ed a voi, o soldati repubblicani, c serbata la vergogna di dar l’ultimo colpo alla democrazia italiana, divenendo ì carnefici della Repubblica.
Cittadini soldati! Occorreva forse operare tre rivoluzioni, lasciar partire nell’avvilimcnto tre dinastie, salutare con entusiasmo la elevazione della Repubblica Francese per venir oggi qui a ristorare il dispotismo il più tirannico, il teocratico?
Oh! no. Cotesta trista pagina non insudicerà la istoria dell’armata francese. I repubblicani Romani sono i nostri fratelli,
- voi non sapreste ritoglier loro colla forza il diritto di esser liberi al pari di voi. La guerra verso cui vi sospingono è un’empia guerra, liberticida. E se la Repubblica Romana dovesse soccombere sotto ai colpi del fratricida cannone di Francia, i nemici che avreste a combattere non sarebbero soltanto italiani, ma alle prime file trovereste i vostri compatriotti che dimorano in Roma.
Soldati di un’idea e non d’un uomo, della rivoluzione e non di una dinastia, essi difenderebbero sino alla morte i loro principii che debbono essere anche i vostri.
La Costituzione ha stabilito che l’armata francese non combatterebbe giammai contro la libertà dei popoli! Se il Ministero viola il giuramento, non fate vostra una tanta complicità sacrilega, e rammentatevi che la insurrezione è il più santo dei doveri per abbattere la tirannide.