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VIII.

IL SENTIMENTO E L’ESPRESSIONE.

Sono molti, anzi troppi, i quali credono, che non siavi differenza alcuna fra i sentimenti che provansi da ciascun uomo in particolare, e l’espressione in forza della quale que’ sentimenti si fanno pubblici, e divengono universale proprietà della specie umana. Questi molti, anzi troppi, sono quelli che nei lavori d’arte sogliono non altro considerare che l’intenzione, e quando trattisi dello scrivere, e più specialmente della poesia, ripetono quella vecchia ciancia: doversi badare al pensiero, lo stile non essere che la veste, la quale, per quanto elegante o inelegante si voglia, non altera le proporzioni della persona da cui viene indossata. Da questa similitudine usitatissima comincia di già a farsi noto quanto inesattamente si giudichi dello stile, il quale, nonchè dirsi la veste, sarebbe poco il chiamarlo la carne, che forma parte essenziale della persona.

Finchè parliamo di semplici sentimenti non abbiamo che una parte dello scrittore, e quella parte di esso in cui più si accomuna col più degli individui della sua specie. Guai per la razza umana se la squisitezza dei sentimenti dovesse essere proprietà accordata in particolare