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il proprio immune da qualunque preoccupazione. E non è maggiore difetto, caro Polibio, quel tuo essere preoccupato in tal guisa in favore del proprio giudizio? Per altra parte, a che fare si poca stima della sodezza della tua mente, da credere che possa essere raggirata e stravolta a senno di chi parla? La tua originalità, in questo modo, è un’originalità non più che presunta; sei uccello che si lascia prendere ad ogni vischio, pesce che dà in qualunque amo, o peggio, camaleonte che ad ogni movere d’anca muta colore. La solitudine può essere cercata da chi ha nobile l’intelletto e l’animo gentile, ma non per questo di farsi originale; chi non sa rimanersi tale anche nel mezzo le genti, imiterà nel deserto le abitudini degli alberi e delle fiere. Forse che manca chi sappia calunniare il prossimo anche parlando da solo, chi essere avaro anche fuori de’ traffichi, o ambizioso anche avendo a testimonii non altri che le stelle del cielo e i fiori del campo? Ma così va appunto perchè molto rara, la originalità è ambita da molti, e perchè ambita da molti l’originalità sarà sempre patrimonio di pochi. E, a dirla in una parola, è cosa che, quando non si ha da natura, è inutile procacciarla coll’arte.