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nerale e tanto sensibile quanto al nostro tempo, e non c’è forse tempo in cui fosse dato trovare uniformità e affettazione più schifosa e più universale. Ma quale sarebbe la via più spedita a farvi veramente singolare, e a cansare ad un temro tutti i pericoli dell’affettazione? Miglior viǝ io non saprei ritrovare nė suggerire di quesia, che ognuno desse rigorosamente quel tanto che la propria natura gli ha conceduto. Questo è però sostituire parole a parole, e non è senza ragione il dichiarare la cosa con qualche maggiore larghezza.

Io aveva apparecchiato una definizione che mi pareva acconcissima a porre gl’intelletti nella capacità di giudicare rettissimamente dell’affettazione, ma un amico mio, distendendosi in un lungo discorso contro le definizioni, mi disse che anche queste dovevano riporsi tra le affettazioni. Sicchè a monte la mia povera definizione che mi sembrava pure tanto appropriata. Perche se la mia scrittura si mostra fino dal principio macchiata del vizio che prende a combattere, quale ragionevole speranza mi rimane di essere creduto da’ miei lettori?

In luogo dunque della definizione potrebbesi procedere per la via de’ confronti e degli esami, e contrapponendo persone a persone, e azioni ad azioni, derivare da questi raffrontamenti le conclusioni necessarie a porre negli animi un giusto concetto di questo vizio. Potrebbesi, per