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considerare con troppa severità queste nostre riancie, se mai si avvisassero che la miglior via a farsi riputare sapienti quella si fosse di censurare come le altre azioni così ancora gli scritti del loro prossimo. Quanto saremo loro obbligati se vorranno in vece mostrarsi graziosi, anche quando credessero che non ci fosse riuscito di dettare elegantemente!

IV.

LA BELLEZZA E SUOI GIUDICI.

A definire la bellezza provaronsi con varia fortuna ingegni sommi e mediocri; a renderne il vero, pieno, intelligibile concetto non è riuscito nessuno. Sono cose che meglio intendensi per sentimento, che per via di discorso. Bando dunque alle definizioni, e alle distinzioni sottili, che tormentano l’intelletto senza possibilità d’acquetarlo. Imitiamo l’industria di chi, non potendo abbattere d’un solo tratto di scure una qualche gran pianta, si fa a pertugiarla di molti colpi tutto all’intorno, fino ad assottigliare per modo quel vastissimo tronco, che possa rimanere afterrato da un’ultima scossa. Le definizioni recidono di lancio ogni questione la peggio intralciata, ma vogliono essere adoprate sopra argomenti che le comportino, e, come s’è detto, questa materia della bellezza non soffre di venire a questo modo