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troppo approfondarlo non mi conduca ad alimentare privati rancori, e l’uso bruttissimo delle indiscrete allusioni. Uno sfarzo soverchio è troppo facile indizio di povertà, l’esagerate eleganze esteriori lasciano sospettare assai agevolmente una interiore rozzezza. Se al tuo saluto non ci aggiugnessi la stretta di mano ti avrei per più amico; sarei più inclinato a dar fede al tuo racconto, senza quella troppo sensibile commozione che mi dimostra il tuo volto. Bada bene alla tremenda unità degli estremi opposti. Vorrei che molti leggessero il bell’apologo del Parini, che ha per titolo i Ciarlatani. Oh quanto spesso, trovandomi fra due che si accapigliano quistionando, e vogliono ciascuno essere di preferenza creduti in un racconto che fecero con circostanze del tutto opposte, mentre gli spettatori sopraffatti dalle parole, sbalorditi dagli urli, per poco non dissi, domati dai gesti, applaudiscono a chi ha lingua più sciolta, polmoni più atti, e braccia più vigorose, vo fra me e me ripetendo:

Badate all’altro, questi è un ciarlatano!

E ciò anche quando una delle parti sia assente, giacche tanto fa per un lato il silenzio, quanto lo schiamazzo per l’altro. Gli estremi si toccano, negli estremi opposti c’è l’unità. Ho imparato a rispettare Licinio come fiore di galantuo-