Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/308

296

parole in proposito del sottintesi, essere, cioè, proprio dell’artista ingegnoso lo scegliere, non potendo tutte, quella fra le varie faccie dell’oggetto che prende a rappresentare, la quale rende più facilmente presumibili l’altre. Ciò giova ad un tempo alla brevità e alla semplicità; doti che non è molto facile altrimenti il trovare accompagnate, senza che scambievolmente si nocciano.

In questa parte gli antichi raggiunsero una grande eccellenza; eccellenza proporzionata al grande studio che ci ponevano. Anzichè fiaccare la mente in una lunga esercitazione sopra la stessa idea, come molto spesso accade ne’moderni, cercavano di eccitare vivamente le idee estreme contermini ad altre che lasciavansi congetturare. I moderni all’incontro, escludo que’ sommi pei quali non possono le consuetudini contemporanee, vogliono tutto abbracciare, tutto distendere, sminuzzar tutto; di qua, a fronte di una somma sollecitudine di precisione, una somma indeterminatezza.

C’è un altro vantaggio nel far sì che un estremo s’intenda per l’estremo opposto. Il lettore, o semplice spettatore che sia, rimanendo da quello che l’artista gli mette innanzi non più che incitato a comprendere ciò che rimane nascosto, crede di fare da sè indovinando, e si applaude come di una scoperta. Le idee che gli entrano per tal via nel cervello, o gli affetti che in tal modo germogliano nel suo animo, anzi-