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sario per solido fondamento dell’amicizia. I giudizii umani, anche nelle menti meglio ordinate, hanno fra loro molta disformità, o se non altro molta ineguaglianza. La benevolenza poi, come notava fino da’ suoi tempi Plutarco, a somiglianza delle acque de’ fiumi, che divise in più canali e ruscelli si fanno basse e lente, col partirsi soverchiamente si debilita e svanisce. Che bella giustificazione, continua l’anzidetto filosofo, può essere per chi ha trascurato in qualche occasione un amico, allegare la diligenza e l’assiduità che dovette usare ad un altro? Nelle affezioni a strignere le quali ebbe luogo la scelta, discolpe di tal fatta aggravano la reità anzichè alleggerirla.

Anche l’uguaglianza, che significa corrispondenza degli animi meglio ancora che del resto, domanda tempo, ed allontana la possibilità della moltitudine degli amici. Dei metalli pregiati, e delle monete che se ne formano, si fa il saggio a provarne il valore; similmente vuolsi operare cogli amici, se no, a chi gli ha pigliati senza farne la prova interviene come a colui che si trova possessore di monete false, il quale, oltre al non avere presso di sè capitale veruno, sta nel rischio di essere giudicato complice dell’alterazione della lega. L’antico proverbio di non legare amicizia senza aver prima mangiato in compagnia il moggio del sale, assai bellamente dimostra la lentezza con cui è da procedere in siffatta scelta.