Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/108

96


vediamo per verità che cosa si pensi dei vecchi su questo conto.

Ai vecchi, per una maggior cognizione che acquistarono del mondo, e per certa corrispondenza che hanno fra loro gli avvenimenti che in esso mondo succedono, è conceduto più facilmente antivedere a che presso a poco andrà a battere ogni cadenza; quando una strada abbia più capi, o tutti o la più parte possono essere immaginati dalla esperienza di chi, oltre il battesimo del senso comune, potè ottenere la cresima dei settant’anni, termine attribuito alla vecchiaia da Salomone. Ma quanto all’aver i vecchi un maggior numero di desiderij, o desiderij più intensi dei giovani, non è questo per sembrare contrario ad ogni ragione? Eppure chi vorrà bene considerare le cose, troverà che se l’età a guisa di vento autunnale che va ad una ad una spiccando le foglie, fino a lasciar nudo tronco quello che era alcuni di prima albero denso, se l’età, dico, spegnendo nell’animo nostro o attutando i desiderij, altri ne riporta in luogo dei primi, sicchè, quanto all’essere più o meno agitata, la nostra vita può dirsi presso a poco la stessa così ai venti come ai settant’auni. All’amore l’ambizione, all’ambizione l’avarizia veggiam sottentrare con perpetua vicenda; e alcune passioni sono inoltre si proprie di alcuni naturali, che da esse non possono essere scompagnate altrimenti che per morte.