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re alcun tempo addietro. — Sempre bizzarri ad un modo! Dopo questa esclamazione di Alfonso la conversazione morì. Indi a qualche giorno fu portata all’albergo di Alfonso una lettera, per la quale gli convenne partire sul fatto e ricondursi in Ispagna. Mille dubbii erano nati nella mente di Filippo; e a chiarirsi d’alcuno, pensò andarne in traccia d’uno spagnuolo, famigliarissimo di Alfonso, e rimasto a Parigi dopo la partenza di lui. Si studiò andargli ai versi il più possibile, e le rivelazioni che potè ritrarne si riducono al breve dialogo seguente:

— Quel sorriso che mi ha fatto tramortire comparso sulle labbra di Alfonso?

— Era lo stesso che vi fece innamorare della sorella sua Eulalia.

— La era dunque pazza quella infelice?

— Non altro che pazza esser poteva una donna, della nascita di Eulalia, accordandovi un notturno convegno come a suo innamorato.

— Ma quando le parlai altre volte non sembrò tale.

— Ma tale divenne, dacchè almeno poterono, attesa la vostra garrulità, sapersi dal fratel suo i vostri accordi.

— Che le fosse stato ingiunto di fingersi pazza?

— Quest’è un secreto che ora sta nella tomba.

— Come?

— La lettera, che fece partire Alfonso di Parigi così repentinamente, portava la notizia del-