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ta del vivere. Molti vi hanno parlato della patria che dovete amare, della scuola cui dovete illustrare; io vorrei pregarvi in generale a far sì, che questo sacro fuoco delle arti non mandi per voi luce torbida e bassa di abbiette passioni, ma pura e sagliente di dolci e magnanimi affetti. Senza passioni non può avervi eccellenza nelle arti; spirano esse apertissime dalle opere della mente, e quando anche tacciano o mentiscano le storie, esaltano o infamano nella posterità il nome dell’artista cui resero più abbietto o più grande. V’insegna l’esperienza di tutti i secoli che cosa possiate attendervi dagli uomini e dalla fortuna, per quantunque sia l’eccellenza dei vostri lavori; ma non per questo l’anima vostra intorpidisca nell’ozio o corrompasi nella viltà. Agguerritivi contro questi nemici, chiudetevi nella vostra vereconda alterezza. Assai picciolo sarebbe il pregio delle arti se gli uomini e la fortuna potessero ricompensarle. Vendicatevi della fortuna coll’ignorarla, degli uomini beneficandoli. Benefiche esser devono le arti e consolatrici. Esaminate i bisogni del tempo, affratellatevi ai vostri contemporanei. Ricevete i modelli della bellezza dai volti della vostra nazione, poichè Iddio vi ha conceduto di nascere figli di bella e generosa famiglia. Tingete i pennelli nei colori dolcissimi del vostro cielo e dei vostri campi, poichè Iddio vi ha accordato di vivere sotto tanta purezza di firmamento, e respirar di quest’aria tanto fragrante. Quel premio che vi negano gli