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pari la maestria del dipingere, e specialmente del colorire. Di che potrà credersi essere stato cagione aver avuto a contemporaneo, se non di tutti, degli ultimi anni, il Tiziano. Non occorrono esercitate pupille di artista a vedere quanta bellezza di colorito ci abbia nel quadro, fra gli ultimi del Carpaccio rispetto al tempo, in cui Giovacchino si scontra con Anna e le ha la sinistra sovra la spalla, avvolgendole il collo con tutto il braccio1. Soavissimo atteggiamento! Stanno a vedere quella coniugale amorevolezza, da un lato una figura di donna ch’è martire alla palma che ha in una mano, e sant’Orsola alla bandiera che regge coll’altra; dal lato opposto è re Luigi di Francia, che nella santa guerra, infelicemente tentata, sortì a letto di morte la cenere de’ penitenti. E poichè di Tiziano ho parlato, e potrà parere a taluno che un qualche raggio della gloria di questo sommo si riverberasse ne’ decrepiti maestri contemporanei, non voglio dimenticare la tela del Carpaccio che si mostra in Milano, ove figurata è la Vergine che sale al tempio a far di sè offerta; e dalla quale può apprendersi esser balenato dapprima alla fantasia di Vittore quel nobil concetto della fanciulletta mirabile, che sola e redimita della sua gloria, ascende a quel tempio a cui dato avrebbe maggior sacerdote. In tutto il quadro, ch’io dico, trovi vestigii

  1. Nelle sale della imp. reg. Accademia anche questo.