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12 italia artistica

in angioli. Onde la sconvenienza dommatica manca pur di una base di fatto; questi "amori" in figura di angeli ben si addicono idealmente a festeggiare la Madonna. Nella storia dell’arte l’importanza del pulpito pratese è molto grande, perché Donatello ripeté lo stesso motivo de’ putti danzanti nella cantoria pel Duomo di Firenze. Ora questa sonnecchia nel Museo dell’Opera, e il pulpito di Prato canta al sole e riluce alla pioggia. E pure il pulpito del Cingolo cede alla cantoria per magistero d’arte. Nella cantoria Donatello era nel perfetto svolgimento architettonico e scultorio delle sue immagini, poiché è da credere che la più vaga decorazione musiva, e l’organismo de’ ripartimenti siano in essa tutta opera donatelliana, per quel sentimento di vigoria che traspira da’ putti e da ogni altro motivo. Nel pulpito di Prato, la collaborazione di Michelozzo non ci è attestata che dalla allogazione; e vi ha chi crede che l'opera sua dovè essere molto limitata, se si pensi all’intima amicizia di Filippo Brunelleschi con Donatello. Ma l’influenza spirituale del Brunelleschi potè egualmente su Michelozzo e su Donatello; e sottilizzare è ozioso.

La robusta colonna su cui si appoggia la tettoia circolare è come la vertebra di questo pulpito che si offre all’occhio in un’armonia di severa robustezza. Dai rosoni che s’inquadran nei cassettoni della tettoia ai pilastrini scanalati che distinguono i gruppi degli angeli, alle mensole ornate di acanto, lo spirito severo della Rinascita fiorentina si riafferma equilibratissimo. Solo di una maggior vaghezza decorativa è lo splendido capitello bronzeo che sostiene il ballatoio. Di questi capitelli ve ne dovevano essere due; e poiché non pare che l’altro ora mancante sia stato rubato dagli Spagnuoli nel sacco di Prato, si ritiene che uno solo ne fu gettato dall’artista. La cera fu somministrata a Donatello e a Michelozzo; ma i mattoni solo al secondo, e nel febbraio del 1435 è ricordata «l’armatura dei ferri del capitello del bronzo che fe’ Michelozzo di Bartolomeo». Certo se vogliamo anche tener conto che il carattere de’ putti non corrisponde a quella espressione quasi selvatica del mirabile parapetto, ma che le loro forme si accordano coi putti di Michelozzo nel portico di Ragusa, possiamo piegare per Michelozzo. Ma nelle botteghe del quattrocento la collaborazione era un segreto di vita; e noi ammiriamo la vaghissima compostezza dei fregi e con quanta novità il genietto di sopra sporga la testa ed appoggi le manine