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XXIV

INIDE E IL SATIRO

E fuor balzò dal rugiadoso arbusto
sui margini, l’obliqua aura d’un nume
con sé recando, in nuditá di fiera,
il caprigena insigne.
Ei quel viluppo
5reggea di strane inopinate forme
su due tibie di bécco; irta dal mento,
quasi fastel d’acuminati spini,
gli uscia la barba; gli lustravan gli occhi,
com’usa agli ebri; e mal dissimulate
10fiorian le corna dalla scabra chioma.
Pria, cupido, cercò negli odorosi
ginepri e fra le dense alghe del rivo
qualche driade o napea, forse in quel punto
dalle labbra villose e dai lacerti
15ita in fuga del nume. E, dopo indarno
ritentata la frasca e corsi in giro
i verdi calli, a’ piè d’un giovinetto