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Perciò, se qualche pargolo
mi guarda o m’accarezza,
un turbamento m’agita
15di tenera tristezza,
e me lo premo al cor,
e un’inusata stilla
dall’arida pupilla
sul fanciullino attonito
20sento grondarmi ancor.



O Ersilia mia, ti cantano
nel cor diciasett’anni ;
sulla tua nivea cóltrice
i graziosi inganni
25si vengono a posar;
l’alba ti sparge in viso
il suo piú dolce riso;
e tu innocente, a sera,
levi la tua preghiera,
30come d’incensi un nuvolo
ai benedetti aitar.



Chi ti somiglia? Il torbido
mar della vita ignori ;
lieta col mondo incognito,
35lieta col Dio che adori;
il paradiso è in te.
Cara, noi sai ; ma il forte
invidia la tua sorte :
noi sai, ma nella porpora,
40cara, la invidia il re.