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88 ii - dai «canti lirici»



     E m’accostai... Non facile
80era la scesa, e lunge la pianura.
     T’offersi il braccio... Ahi povera!...
perdona s’io t’ho stretta al mio destin!...
     Non credeva di trarti in sepoltura
con sí giovani fiori ancor sul crin!


     85Miseri a noi, se celere
troppo la freccia del dolor ci assale!
     Or sulle labbra un gelido
riso, la mente a rivelar, mi sta;
     e poca gloria a ristorar non vale
90le amare piaghe d’una lunga etá...


     Io cosí vissi; e vario
non è da quello il mio presente stato.
     Di me non curo; agli uomini
fede non presto e alle lusinghe lor;
     95e son, come su giogo inabitato,
un nudo tronco: eppur lacrimo ancor.


     Miseramente io lacrimo,
se alcuna incontro per le vie del mondo
     voce d’amor, che susciti
100qualche speranza benedetta in me.
     Ma tutto è morto; e gli occhi io mi nascondo
per non veder dove cammina il piè.


     Sapessi almen se un angelo,
d’amor parlando, m’ha parlato il vero!
     105Sapessi almen se un’ultima
memoria cara accompagnar mi può!
     se negli arcani d’un gentil pensiero
qualche mesto ricordo io lascerò.