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xiv - al mio futuro biografo 299



     Nacqui negli ermi piani
lá della mia Dasindo,
de’ passeri montani
20al canto mattinier.
               Nacqui fanciul di Pindo
nell’anno in che Luigi
portò dentro Parigi
la Carta e lo stranier.


     25Furono a me dilette
le cacce in sull’aurora.
Oh quante allodolette
spiccai dall’aria a vol!
               E, quando sparve l’ora
30del garrulo trastullo,
lunatico fanciullo
vissi romito e sol.


     Poi, faticato e lasso
dal barbaro latino,
35di Metastasio e Tasso
il canto m’arrivò;
               e il birbo novellino,
sedendo fra le rose,
strofe d’amor compose
40e vaghi eroi sognò.


     E in quei vaneggiamenti
fu al birichin palese
il pomo dei parenti,
che tolse loro il ciel.
               45Biografo cortese,
quel dolce frutto invoglia:
chi ne beccò la foglia
brama saggiarne il miel.