Pagina:Porta - Poesie milanesi.djvu/155


— 149 —


NOTE.

1) Verri Gabriele figlio del Conte Pietro (n. 17 luglio 17% t 13 luglio 1666) marito a Giuilina Borromeo figlia del Conte Giberto e Maria Elilabelta dei Marchesi Cutani (n. 2 luglio 1600 t 5 novembre 1660). Il matrimonio fu celebrato il 26 giugno 1619. Dall’edizione del 1621 risulta che nella composizione di questa poesia, come nella comi-tragedia Giovanni Maria Visconti duca di Milano, cooperò, non si sa in quale misura, anche il Grossi.

2) Si allude alla Raccolta di poesie per questa occasione, fatta dall’Avvocato Cesare Caporali e dedicata allo sposo (ediz. in-fi" di pag. 36. Milano, Lamperti, 1619).

3) son crodaa, eco: fui preso da un sonnellino.

4) Allusione generica ai ’ pastori ’ o soci dell’’ Arcadia ’ di cui a Milano vi era una Colonia o sessione.

5) liri e ghittarin: cetra e chitarrino.

6) Il Poeta a suo modo volle vendicarsi del cattivo indirizzo letterario, che gli era stato dato nel Collegio di Monza, (il Grossi erroneamente, nella vita di C. Porta, dice * Collegio dei Gesuiti ’; infatti questi furono soppressi nel 1773 ed il nostro Poeta nacque tre anni dopo) in quel ’ Regio imperiale Collegio de’ Convittori ’ detto di S. M. degli Angioli, dove gii almanacchi del tempo registrano fra gli insegnanti un ’ Sig. Abbate Luigi Rovelli, Accademico Poetico ■.

7) De magg: cioè nel mese in cui tutta la natura si ridesta; ma il Poeta con arguzia sottintende il detto del volgo, che il maggio * l’è el més di asen *.

8) Il cavallo alato della Mitologia, Pegaso, che vagava sui monti Elicona e Parnaso, che serviva di cavalcatura per le Muse e per Apollo.

9) olubagh: detto anche olihagh o rubagh, è la bacca dell’alloro; voce tuttavia usata nelle campagne lombarde, ma nei lessici non è registrata.

10) gli enebbríati alla fonte Castalia, che accende l’estro poetico.

11) sganzerla: allampanato.

12) come l’aniigrafe ’ stat d’anim ’ conservata negli uffici municipali allora in Broletto.

13) Ai * lampion * per ripararne la fiamma dal vento, allora per economia, in luogo del vetro, si applicava la tela di stame la * ttamegna ’ con dei rattoppi (^taccon) quando si lacerava.

14) gippa: giubba.

15) allude alla decadenza del Classicismo.