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a cento miglia per Scirocco, si truova l’isola di Giava Minore promesso. Il nostro viaggiatore avverte che anche quelli dei regni di Samara, di Dragojan, di Lambri chiamavansi pel Gran Can, e perciò è da credere che la squadra di Cublai ivi pure si recasse. Il ch. P. Zurla riporta un passo di Pietro d’Abano (Conciliât. Disser. 67), nel quale è detto ch’ esso udì dalla bocca stessa del Polo, ch’ei era arrivato ad un’isola che non nomina, ove » vidit Polum Ansi tarticum a terra elevalum, quantitate lanceae militis longae, in apparentia, et s> Articum occultatum » (Disser. t. I. p. 184)- Non potè il Polo vedere tale apparenza dì cielo che nel recarsi a Giava, o nel valicare lo stretto della Sunda per andare verso il regno di Pasanian. Jion è da recar meraviglia adunque se Dante come lo avverti il Vespucci fece menzione della costellazione che segna il Polo Antartico in quei celebri versi: v Lo bel pianeta che ad amor conforta, Faceva tutto rider l’oriente Svelando i pesci ch’ erano in su scorta. I mi volsi a man destra, e posi mente AH’altro polo, e vidi quattro stelle Non viste mai, fuor ch’alia prima gente. Goder pareva il ciel di lor fiammelle, v O settentrional vedovo silo Poichè privato se’ di mirar quelle. • (Purg. c. i. v. 18) 11 Polo contemporaneo di Dante avea veduta quella costellazione, c ne avea tenui’ proposito con Pietro d’ Abano. 7Í2. Giava Minore. Il eh. Marsden nella sua storia di Sumatra, liconobbe che la Giava Minore del Polo era l’isola di cui qui tiene discorso (t. I. p. 12), e ciò ha confermato nel suo commento al Milione. Per quanto ei diligentemente raccogliesse tutte le autorità dei (reografi antichi, che parlarono di quesla celebre isola, non esclusi gli Arabi,egli non adduce quella che più d’ogni altra conferma che ai tempi del nostro Viaggiatore gli Arabi predetti appellavano questa isola Giava. Dii.e Abulleda (Gcogr. p. ’77): » inter Ínsulas Indici Maris, recenset Saidi lilius, insulam r al Gasvnh; Java) magnani, celebren! de mullitudine radicarum aromalicarum. Ora ejus insulae Occidental s est ad grad. Long. »45. Latit. 5. In australi hujus insulae plaga est urbs l’ansur, a qua numen hahet Camphora l ’ansurensis: est ad ’ Long.145.0 Lat. i.° 3o.’ In orientali plaga eiusdem insulae est urbs Kalah». L autorità d’Abulfeda dimostra senza alluri dubbio che la Giava ch’ei rammenta è la Giara Minore de I Polo, perchè ambedue parlano del regno di l’ansur e della canfora prelibata, che diè a quel paese celebrità (Lib. Ili. c. i(i). Secondo l’Acosta gli Arabi la canfora appellano Capur, o Cafur per lo facile scambiamento delle lettere p in/ Stur. della Drog..Medie, p.18<j). Il b’anf ur del Polo, secondo il Marsden, è il paese di (ampar, da cui pare che avesse nome quella droga. Secondo le diligenti iicerchc di esso i natj non hanno un nome generico per indicare l’inleia isola, ma i prossimi isolani I’appellano Iridala (Ilint, de Suma!, t. I. p. y). I Geografi e i naviganti in vhri tempi l ’h’inito in vario modo appellala (ibid p. 7). Sembra assai probabile che 11 Iabadía di Tolomeo, come il congettura 1" Anville, fosso Sumatra, labadia, deriva ■ bigiamente tuba-dia, o laùa-diva, che in Indiano situili- a isola «li Giava. Credevo