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DEL MILIONE CXLYI1 lei cupola S. Maria del Fiore (i), portento della fiorentina industria e magnificenza, coll’ iniziale F allusiva al Granduca Francesco. Infatti in stoviglia più grande a forma di bacile di quel Museo, nel quale è dipinto un combattimento navale, e il vicin lido arricchito di splendidissimi edifici di vaga architettura, ha nel rovescio lo stemma mediceo colle iniziali nelle sei palle F. M. M. D. E. II. che non chiedono la imaginosa industria d'uu antiquario, per essere interpretate: significano Frdnciscus Medici, Magnus Etruriae Dux Secundusj non muo- verem querela al dipintore di aver negletta la H nell’iniziale della voce Hetruriae, come usasi di scriverla latinamente. La dipintura sarebbe stata assai corretta e spiritosa, ma ne sono alquanto incerti e spenti in alcuni luoghi i contorni,per essere ricolato il colore azzurrino. Una rottura all’orlo del piatto lascia trasparire la pasta senza vernice, eli’è bianchissima, di molecule omogenee: la vernice è lucente e unita, ma il colore celeste non è vivo, anzi alquanto slavato: questa porcellana non graffiala il ferro: battuta leggiermente coll acciarino non die scintille (2). XIII. Anche i successori di Francesco , furono vaghi di tali studj e di tali curiosità. Il Nigelti ministro di Cosimo III. presso la Porta Ottomanna, invitato ad aulico banchetto, ammirò il vas ellamento della mensa: ne scrisse al Granduca che s’invaghì d’averne una mostra. L 010 che seppe penetrare nella torre di Danae, schiuse anche le porte del venale serraglio II Nigetti ebbe una scodella che inviò al Granduca, che fu trovata della fazione medesima di quelle inviate in dono dal Solcano a Lorenzo il Magnifico (3), cioè della porcellana tenuta in alta estimazione a tempo de’Ming pel servigio imperiale, e che descrive il padre d’ Entrecolles, come composta d argilla giallognola più compatta della comune, per ciò opaca, colla vernice color d’oliva , o verde mare (1) Scriveva il Magalotti a Leone Strozzi di queste porcellane : » che la pasta » sia ugu.de, e forse superiore all’ infime di quelle della China, lo dicono gli occhi » e le indili. LI che siano f itte in Firenze, lo convince il vedersi nel fonilo del vaso >r toccata d’azzurro l.i cupola di S. Maria del Fiore, essendo difficile a credersi , 1» ch’ella abbia una sua sorella maggiore nelle Cattedrali di Canton, o di Pequin » ( Magalot. Lctter. f.imil. Fior. 1769.8. voi. 11. p. 124* ) • (2) Parlò della fabbrica di porcellana del Granduca, anche il celebre sig Giovanni Targioni Tozzetti, padre del sig. Ottaviano nell’opera intitolata: Degli Aggrandì me riti delle Scienze Fisiche in Toscana, nella p>rte, che a grave detrimento dei buoni studi e delle glorie della Toscana giace tuttora inedita. L autore non diè in luco dell’ opera, che la parte relativa a sessanta anni del secolo XVII. Firenze 1780. 4 ° (5) Questa notizia mi favori il sig. Targioni , che 1’ udì da suo padre . CXLVIH