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Sotto l’influsso delle nuove correnti del «concettismo» e del barocco si svolge la sua attivitá letteraria, assai feconda; e in quelle correnti essa prendeva un posto notevole fin dal suo primo frutto1, le Instabilitá dell’ingegno «divise in otto giornate», stampate a Bologna (per Giacomo Monti e Carlo Zenero) nel 1635: una sorta di piccolo Decameron del secentismo, in prosa e in verso2, che ebbe in breve la fortuna di due ristampe (Venezia, Sarzina e Pavoni, 1641; ivi, presso i Giunti, 1642). Gli seguivano per altro un gruppo di scritti d’indole religiosa: La colonna per l’anime del Purgatorio (Genova, Calenzani e Farroni, 1635); Maria Maddalena peccatrice e convertita fGenova, 1636; Venezia, 1662; Milano, 1671; trad. frane, del p. Pierre de St. André, Aix, 1674); Il santissimo Rosario meditato (Genova, Calenzani, 1636 e 1647): alle quali si riattaccano piú tardi la Vita di sant’Alessio (Genova, Peri, 1648; tradotta pure in francese dallo stesso St. André; Aix, 1674) e i due Panegirici sacri (Genova, Guasco, 1652). Ma intanto, nel 1642 era intervenuta la pubblicazione, di cui ora diremo, del Tacito abburattato, a cui fa seguito una ricca serie di opere d’ispirazione morale e fantastica: Il Carnovale, col pseudonimo di Gotilvannio Salliebregno (Venezia, 1639; 1641; 1633); le tre commedie Il geloso non geloso (ivi, 1639; 1663), Gli due anelli simili (recitata a Genova nel 1637; edita a Macerata, Piccinni, nel 1671), e Li comici schiavi (sotto il pseud. di Gabriele Antonio Lusino, Cuneo, Stradella, 1666); il romanzo L’istoria spagnuola (i primi quattro libri nel 1640, Genova, Farroni e Barbieri; completo nel 1642, ivi, Pavoni); e nel 1648 (Genova, Calenzani) Il satirico innocente, raccolta di epigrammi, in parte d’interesse letterario e di spunto antimarinistico e antibarocco.

La chiave di questa inversione dell’atteggiamento del B. S. è appunto nel Tacito abburattato: che consta di nove discorsi recitati nell’inverno e nella primavera del 1636 all’accademia degli Addormentati, ma non pubblicati prima del 1643 (Genova, Calenzani; pp. 384, in-12: con dedica dello stampatore all’ill.mo etc.

  1. Aveva giá pubblicato, nel 1634, la ricordata orazione per il dogato di Stefano Doria, e le Lagrime per la morte della signora Emilia Adorni Raggi (Piacenza, Bazachi, 1634). Cfr. la bibliografia del De Marinis, op. cit., p. xviii sgg.; alla quale sono per altro da fare non poche correzioni e aggiunte. Ivi anche, pp. xxi-xxiii, la serie delle opere falsamente attribuite al B. S.
  2. È l’unica opera di «Giulio B. S.» che si trovi citata e brevemente discussa nel Seicento di A. Belloni (2a ed. cit.), pp. 88-89.