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fessando l’arte del medico; e dava per tutte le malattie quelle pillole, e con questa cura, per caso, qualcuno riebbe la salute. S’era fra gli stolti divulgata la fama dello stolto, e un giorno un tale che aveva perduto l’asino venne da lui a chiedergli se aveva un rimedio per trovar l’asino. Egli disse che l’aveva, e gli diede ad inghiottire sei pillole. E quei le prese, e il dì dopo essendo uscito per cercar l’asino, dovè per l’effetto delle pillole andar giù di strada per sgombrarsi il ventre; e venne per questa bisogna per caso in un canneto, dove avendo egli trovato l’asino che pascolava, portò al cielo le lodi e della scienza del medico e della virtù delle pillole. E dopo il fatto venivano d’ogni parte a quello i villani, fra i quali si era sparsa la fama delle medicine di un dottore che anche per trovar gli asini smarriti eran buone.


LXXXVII

Risposta di Pietro de Eghi.


Una volta a Firenze, in una di quelle sedizioni nelle quali i cittadini fra loro combattevano per la ragion del governo, un capo di una parte era stato ucciso dagli avversari in un grave tumulto. Uno di coloro che di lontano vedeano gli uomini accorrere con le spade sguainate, chiese a chi gli era vicino che cosa laggiù si facesse, ed uno di questi, chiamato Pietro de Eghi, rispose: “Là si dividono il magistrato e gli uffici della città;” e l’altro rispose: “Poichè costan sì caro, io vi rifiuto,” e se ne andò sul momento.


LXXXVIII

D’un medico.


Cenavano una sera meco alcuni amici miei, uomini sempre pronti alla facezia, e mangiando narravano