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CANZONE XI.
— Lupin, te’ questa verga;
va* con Melampo, e cura
prendi, o caro Lupin, del gregge mio.
Ve’ ch’ei non si disperga;
5ma unito alla pastura
passo passo tu il mena inverso al rio.
Ben tosto vengo anch’io;
che or su per questa fratta
(lungo non è il cammino)
10colá sotto a quel pino
vado a cantar; che Fillide s’appiatta
infra quei lauri folti:
forse fia ch’ella con piacer m’ascolti. —
Ma nella mia canzone
15qual, se ne so ben mille,
qual caso meglio fia ch’io le racconte?
Dirò quel d’Atteone,
che incauto le pupille
volse alla dea che si lavava al fonte?
20Dirò quel di Fetonte,
che s’annegò nel fiume?
Dirò quel d’Argo forse,
dalla cui morte sorse
il vago augello dalle occhiute piume?
25O quel di Filomela,
che si ben seppe ricamar la tela?
Il caso poi di Marte,
che preso da Vulcano
fu insieme con Ciprigna, è poco onesto.