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e spesso la cantava. Nel 1911, il M° Leoncavallo domandò la poesia per ricostruire sulle parole la musica ancor viva nella sua memoria. Non la cercammo nemmeno credendo che non esistesse più. Chi sa che ora il grande Maestro non riprenda quella sua idea?

pag. 43. Epistola (a Ridiverde): Ridiverde era il nome che l’autore dava scherzosamente a Severino Ferrari che, a sua volta, lo chiamava Gianni Schicchi. Questa epistola, al pari di Nel bosco, è antichissima e forma con Romagna, inclusa in Myricae, il nocciolo della poesia famigliare che ebbe poi parecchi continuatori. La prima quartina è posta dal Ferrari come motto al libro terzo de’ Bordatini pubblicati nel 1886. Ma la poesia è anteriore al 1880.

pag. 47. Crepuscolo: questa ballata vide la luce, con qualche diversità, insieme con L’ultima passeggiata, nelle nozze di Severino Ferrari. Poi fu dall’autore ristampata nella prima edizione venale di Myricae nel 1892. Indi tralasciata. I miti non lo appagavano più.

pag. 56. Sonetti eterocliti: questo sonetto e il seguente appartengono alle corrispondenza scherzosa e amichevole dell’autore con Severino Ferrari.

pag. 85. I sepolcri: è l’eco di una visita fatta con le sorelle alla chiesa dei cappuccini a Massa nel giovedì santo. Fu stampato in una Strenna, poi nella