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SULLA FAVOLA

DI LEANDRO ED ERO


SONETTO


Di scura notte fra il solingo orrore
     Depon le vesti in sul deserto lido,
     E come il guida un forsennato amore
     Si getta all’onde il nuotator di Abido:

Nè de’ venti o del mar teme il furore,
     Ma fende ardito l’elemento infido
     Volgendo il guardo, e con il guardo il core
     Al lume, che soleva essergli fido.

Ahi garzon infelice! al vento insano
     Che d’ogni intorno lo travolge alfine
     Ed all’onda crudel forza è, che ceda.

E al nuovo giorno esangue a’ flutti in preda
     Ero il vedrà, che lacerando il crine
     Con alle strida chiamerallo invano.