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CANTO TERZO 83

Allor fu questa orribil voce udita;
     I’ fei di piú1, che Dio distrussi: e tacque;
     Ed ogni fronte apparve sbigottita.
Primamente un silenzio cupo nacque,
     350Poi tal s’intese un mormorío profondo,
     Che lo spesso cader parea dell’acque
Allor che tutto addormentato è il mondo.


    loghi di Luciano (fiorí intorno al 160 dell’èra volg.) di Samosata, città della Siria. Allude chiaramente al Voltaire.

  1. I’ fei di piú, ecc.: Allude, anche qui assai chiaramente, al Mirabaud: cfr. sopra la nota al v. 320.


CANTO QUARTO


Contenuto: Il poeta si propone di dire come tutto il mondo s’armò contro la Francia, e di continuare la narrazione del pellegrinaggio del suo eroe (1-12). Udite le bestemmie di que’ superbi, Ugo chiede all’angelo come mai tra’ morti s’aggiri l’ombra del vivo Raynal; a cui l’altro risponde che solo il corpo, avvivato da un demone, è in Marsiglia, ma che l’anima è da un pezzo in inferno (13-33). S’aprono le porte del cielo e scendono tre cherubini, ministri di morte e di sventura, che vengono a collocarsi presso l’altro ch’è a guardia del corpo di Luigi: al loro primo apparire le ombre dannate fuggono (34-108). Da un tempio escono la Fede e la Carità, che sostengono ciascuna nelle due mani coppe preziose, portanti scolpite quattro tra le piú orribili scene della rivoluzione (109-243): s’appressano al cadavere di Luigi, che compongono in pace e al quale pregano riposo; poi raccolgono il sangue sparso a terra nelle coppe, che consegnano, invocando vendetta, a’ quattro cherubini (244-294). Questi, su’ quattro venti rivolano verso il cielo, e, fattasi già notte, riversano esse coppe, e di sangue si tinge tutto l’orizzonte e sangue piove su la terra (295-315). Per effetto della strana pioggia, tutta Europa s’arma contro la Francia: nell’aria si sentono cozzi di spade e clangori di squille: Ugo, piangendo, chiede all’angelo a chi mai volgeranno propizie le sorti (316-391).


Batte a vol piú sublime aura sicura
     la farfalletta dell’ingegno mio1,
     lasciando la città della sozzura2.
E dirò come congiurato uscío
     5a dannaggio3 di Francia il mondo tutto:

  1. Batte ecc.: La farfalletta ecc. fende aria non esiziale (fuor di metaf.: tratta di non turpi argomenti) per innalzarsi a volo piú sublime. Dante Purg. i, 1: «Per correr miglior acqua alza le vele Omai la navicella del mio ingegno, Che lascia dietro a sé mar sí crudele».
  2. la città della sozzura: Parigi. La perifrasi va intesa, com’è chiaro, in significato tutto morale; ché qui sarebbe fuor di proposito ricorrere, come fecero alcuni, al significato etimologico del primitivo nome di quella città (Lutetia: la città del fango).
  3. dannaggio: danno. Arcaismo usato una sol volta da Dante: cfr. Inf. xxx,