Pagina:Poesie (Monti).djvu/34

18 LA BELLEZZA DELL’UNIVERSO

     Di minor vanto e di minor impero.
250Torna; e, se cerchi errante fuggitiva
     Devoti per l’Europa animi ligi
     E tempio degno di sì bella diva,
Non t’aggirar del morbido1 Parigi
     Cotanto per le vie, né su le sponde
     255Della Neva, dell’Istro e del Tamigi2.
Volgi il guardo d’Italia alle gioconde
     Alme contrade3, e per miglior cagione
     Del fiume Tiberin férmati all’onde.
Non è straniero il loco e la magione.
     260Qui fu dove dal cigno venosino4
     Vagheggiar ti lasciasti e da Marone5;
E qui reggesti del pittor d’Urbino6
     I sovrani pennelli, e di quel d’Arno7
     «Michel piú che mortale angel divino»8.
265Ferve d’alme sì grandi, e non indarno,
     Il genio redivivo. Al suol romano9
     D’Augusto i tempi e di Leon tornarno10.
Vedrai stender giulive a te la mano
     Grandezza e Maestà, tue suore antiche,
     270Che ti chiaman da lungi in Vaticano.
T’infioreranno le bell’Arti amiche
     La via, dovunque volgerai le piante,
     Te propizia invocando alle fatiche.


250. errante e fuggitiva (’81).
273. a lor fatiche (’81).
  1. 253. morbido: lascivo.
  2. 255. Della Neva ecc.: Nomina i fiumi invece delle città che essi bagnano (cfr. la nota al v. 39, p. 4): La Neva invece di Pietroburgo; l’Istro (Danubio) invece di Vienna; il Tamigi invece di Londra.
  3. 256. alle gioconde ecc.: alle liete e nobili (lat. alo: alimento e quindi che dà animo, vita) terre d’Italia. Petrarca P. III, canz. iv, 9: «Ti volga al tuo diletto almo paese».
  4. 260. dal cigno venosino: da Orazio, scrittore di liriche, di epistole e di satire latine celebratissimo, nato a Venosa nel ’65 e morto nell’8 av. C. in Roma. — cigno: uccello d’acqua bianchissimo e bellissimo, consacrato ad Apollo e a Venere, simbolo, fin dall’antichità, de’ poeti (cfr. Orazio Od. IV, ii, 23 e II, xx, 9), perché si credette erroneamente ch’egli, vicino a morte, spiegasse un dolcissimo canto. Cfr. Ovidio Metam. XIV, 430.
  5. 261, Marone: Pub. Virgilio Marone, il glorioso autoro dell’Eneide, delle Georgiche, delle Bucoliche ecc. nato ad Andes (Mantova) nel ’70 e morto a Brindisi nel 19 av. C.
  6. 262. del pittor d’Urbino: di Raffaello Sanzio (1483-1520), urbinate, il maggior pittore non pure d’Italia, ma del mondo, che lavorò gran parte di sua vita in Roma sotto i pontefici Giulio II e Leone X.
  7. 263. di quel d’Arno ecc.: di Michelangelo Buonarroti (1474-1563), fiorentino, sommo pittore, scultore e architetto, buon poeta, ottimo cittadino: uno de’ piú grandi uomini che siano apparsi su la faccia della terra. Lavorò, com’è noto, in Roma sotto Giulio II ed altri pontefici.
  8. 264. Michel ece.: È un verso dell’Ariosto: cfr. XXXIII, 2.
  9. 266. Al suol ecc.: cfr. le note a’ vv. 44 e 65, p. 4 e 5.
  10. 267. Augusto: Cesare Ottaviano Augusto, primo imperatore romano (63 av. C. - 14 d. C.), che, per le arti della pace ch’egli favorì grandemente, ebbe la gloria, a pochi serbata, di dar nome al suo secolo. — Leon: Giovanni de’ Medici (1475-1521), figlio di Lorenzo il Magnifico, che, eletto papa nell’11 marzo 1513, tolse il nome di