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SOTTO LE MURA DI ROMA

(prima del 20 settembre)

all’amico Edoardo.


Rammenti, amico mio, che belle notti
Dormimmo là nei rozzi casolari,
In mezzo ai cani, ai sorci, ai cavallari,
A traverso a le tavole e a le botti?

E come poi, dal sol d’Italia cotti,
Al lieto suon dei canti militari
Passammo porta Pia, senza danari,
Sporchi, affamati e coi calzoni rotti?

O istanti memorabili! Fu quella
La più celeste delle ebbrezze mie.
La mia gioia più nobile e più bella!

Col viso ne la polvere, carponi
Mi sarei tratto per le sacre vie....
Ma lo potevo far con quei calzoni?