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506 giambi ed epodi


pag. 438, vv. 5-7. La imagine, che dispiacque ad alcuni miei amici, è presa da quel che H. Heine dice di Colonia, Deutschland iv:


Dummheit und Bosheit buhlten hier
Gleich Hunden auf freier Gasse;
Die Enkelbrut erkennt man noch heut
An ihrem Glaubenshasse.


Il presente epodo fu intitolato all’onorevole Benedetto Cairoli con questa lettera (nella Riforma del 14 febbraio 1870):

Questo canto, già intermesso perché mi parve men riverente inframmettermi al solenne dolore vostro e della madre veneranda, l’ho ripreso oggi, per ammonire, rammemorando la virtù de’ Cairoli, la gioventù della patria. E ve l’offro, o cittadino onorando, e vi prego di presentarlo alla gentil donna Cairoli, come segno della riverenza e gratitudine mia, d’italiano e d’uomo, alla gran famiglia che è uscita di lei, santa e romana donna. Fra tante miserie e vergogne che ne circondano, dovendo disprezzare e odiar molte cose, è pur dolce e di sollievo all’anima il poter dire ad alcuno, dal cuore aperto e profondo: Io vi ammiro, vi riverisco, vi amo.


Bologna, 11 febbraio.


Alla quale Benedetto Cairoli rispondeva con questa pubblicata nel Popolo di Bologna:


Groppello di Lomellina, 17 febbraio.


Non vi ringrazio: non oso esprimere il debito della gratitudine con una parola troppo profanata dall’uso, — vi dico soltanto che la povera madre vi benedice: è ricompensa degna di voi. Alla tomba dei nostri cari voi mandate omaggio di fiori che non perdono il profumo: versi che non muoiono e ricordano il dovere che fu la mèta del sacrificio. È santo l’aposto-