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giambi ed epodi 401


Mèsse, questo feroce a cui nel core
Ridea queto un desire,
Per lei lasciava il suo solingo amore,
88Per lei corse a morire.

Ed or ne’ luoghi, ove fra sé ristretta
È la gente de i morti
Per forza, e chiama a Dio la gran vendetta
92Che il mondo riconforti,

Or co i caduti là nel giugno ardente
De l’alta Roma a fronte
E co i caduti nel decembre algente
96De’ martiri su ’l monte5

Parla, e Nemesi al suo ferreo registro
Guarda con muto orrore,
Parla di lui, del Cesare sinistro,
100Del bieco imperatore.

Le madri intanto accusano ne’ pianti
Del viver tardo i fati
E con le man che gli addormian lattanti
104Compongon gli occhi a’ nati.

In vece di ghirlande le fanciulle
Vestonsi i neri panni,
Mancan le vite a le aspettanti culle...
108Maledetti i tiranni!