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levia gravia 285


Pur rivederlo a sue bell’opre atteso
Mi promettea speranza,
E ne gli onesti ragionari acceso
Di fede avvalorarmi e di costanza.
25In van: per sempre è muto
Quel di semplice eloquio inclito fabro,
Quel mite ardente intemerato labro;
E l’occhio, ahi quell’arguto
Da le assidue vigilie occhio conquiso,
30Piú non si leva a’ dolci alunni in viso.

E voi vivete, o titolati Gracchi,
E voi con doppia lingua
Ben provvedenti Bruti a’ cor vigliacchi,
E voi Caton cui libertade impingua.
35V’approdaron, civili
Rosci, il tragico stile e l’alte spoglie!
Ma in van mentite, o istrïon, le voglie
Oblique e l’opre vili
Sott’esso il fasto de l’eretto ciglio,
40Famosi oggetti al popolar bisbiglio.