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206 la buona novella

Intorno alla Dea Madre i suoi leoni
giacean nel sonno. Gli ebbri Coribanti
dormian con nell’orecchio ululi e tuoni.


Rosso di sangue uno giaceva avanti
la Dea. Dischiuso il tempio era di Giano.
Esso attendeva, coi serrami infranti,


l’aquile che predavano lontano.



II



Roma dormiva, ebbra di sangue. I ludi
eran finiti. In sogno le matrone
ora vedean gladiatori ignudi.


Ne’ triclini ai dormenti le corone
eran cadute, e s’imbevean le rose
nel sangue che fluì dal mirmillone.


Dormivan su le umane ossa già rose,
le belve in fondo degli anfiteatri;
e gli schiavi tornati erano cose.


Dopo la breve libertà, negli atrï
giacean gli ostiari alla catena, quali
cani la cui leggera anima latri.


Era la notte dopo i Saturnali;
ed ogni schiavo dalla tarda sera
dormiva, udendo ventilar grandi ali,