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LA GARA FRA OMERO ED ESIODO 155

l’oracolo perché tutta quella località si chiamava appunto Santuario di Giove Nemeo.

E trattenendosi egli un po’ troppo a lungo ad Enèo, i giovinetti sospettarono che Esiodo fosse amante della sorella: sicché lo uccisero, e lo gittarono in mare fra l’Acaia e la Locride. Ma dopo tre giorni, i delfini riportarono il cadavere alla spiaggia, mentre si celebrava una festa detta Ariadnea. Tutti corsero alla spiaggia, e, riconosciuto il cadavere, lo seppellirono pieni di cordoglio, e cercarono a morte gli uccisori. E questi, temendo l’ira dei loro concittadini, messa in mare una barca da pescatori, navigarono verso Creta. Ma a metà viaggio, Giove scagliò su loro un fulmine, e li fece sprofondare: cosí narra Alcidamante nel Museo.

Ed Eratostene, nel suo Esiodo, dice che Ctimeno ed Antifo, figli di Ganíttore, avendo ucciso Esiodo per la ragione suddetta, furono immolati dall’indovino Euricleo ai Numi protettori degli ospiti; e che la ragazza loro sorella, dopo lo stupro, si appiccò da sé; e che lo stupro fu commesso da un popolano compagno di viaggio d’Esiodo, che si chiamava Troilo; e che anche questi sarebbe stato ucciso dai fratelli.

E poi, quelli di Orcomeno, trasportando, in obbedienza ad un oracolo, il suo corpo nella loro terra, gli diedero sepolcro, e sulla tomba scrissero:

Ascra è mia patria, ferace di biade; ma l’ossa mie copre
     dei Minii, di cavalli flagellatori, il suolo.
Esiodo sono; e godo, fra quanti sono uomini eletti
     nell’agon di saggezza, su tutti eccelsa fama.



Questo per Esiodo. E Omero, a sua volta, mancatagli la vittoria, andava attorno a recitare i suoi poemi, e primo la Tebaide, di settemila versi, il cui primo verso era: