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Ma se nel petto tuo vaghezze nuove
180Or voi mutare, e ad amar ti volgi,
Diman sull’alba, appo le rive d’Etna,
Beltà vedrai non mai veduta altrove
Di Berecintia la figliuola quivi
Andrà soletta: oh buon Plutone, oh quale
185Alto conforto, e qual piacer t’aspetta,
Se quella di te degna alta sembianza,
O Plutone, a rapir tu menti l’ale?
Ella adegua Giunon, se non l’avanza.
Così parlò l’Iniquità. Plutone
190Dentro pensoso si commosse, e disse:
Facciasi di veder l’alta bellezza,
Onde favelli, e ricerchiamo in prova
Quali siano d’Amor l’alte dolcezze,
Sarò col Sole in sulle rive d’Etna,
195E l’orme seguirò dei gran Fratelli.
Tacquero a tanto, e dell’ombroso inferno
Al fier governo egli rivolse il core;
Ma la donna crudel si mise a volo,
E di quanto Pluton fermato avea
200Diede notizia, e ne fè saggio Amore
Ho sin qui travagliato, e s’altro avanza
Da farsi, e tu comanda, ella dicea.
Amor le rende grazie, indi soggiunge:
Donna del regno, e della mia possanza
205Tu non sei vaga, e però buon consiglio