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     117E dica, ch’ella è bianca più che il latte,
Ma più superba assai ch’una vitella,
E che molte ghirlande gli ha già fatte,
E serbale una Cerva molto bella;
Un Orsacchin, che già col can combatte,
E che per lei si macera, e flagella,
E che ha gran voglia di saper notare
Per andare a trovarla insin nel mare.

     118Duo formosi Delfin un carro tirano,
Sopra esso è Galatea, che ’l fren corregge,
E quei notando parimente spirano,
Ruotasi attorno più lasciva gregge;
Qual le salse onde sputa, e qual si aggirano,
Qual par che per amor giuochi e vanegge;
La bella Ninfa con le suore fide
Di sì rozzo cantor vezzosa ride.

     119Intorno al bel lavor serpeggia Acanto
Di rose e mirti e lieti fior contesto,
Con varii Augei sì fatti, che il lor canto
Pare udir negli orecchi manifesto;
Nè d’altro si pregiò Vulcan mai tanto,
Nè ’l vero stesso ha più del ver, che questo;
E quanto l’arte intra se non comprende,
Ma mente imaginando chiaro intende.