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     54Or poi che ’l Sol sue rote in basso cala,
E da quest’arbor cade maggior l’ombra,
Già cede al grillo la stanca cicala,
Già il rozzo zappator del campo sgombra;
E già dall’alte ville il fumo essala,
La villanella all’uom suo il desco ingombra;
Omai riprenderò mia via più corta,
E tu lieto ritorna alla tua scorta.

     55Poi con occhi più lieti e più ridenti,
Tal che ’l ciel tutto asserenò d’intorno,
Mosse sopra l’erbetta i passi lenti
Con atto d’amorosa grazia adorno:
Feciono i boschi allor dolci lamenti,
E gli augelletti a pianger cominciorno;
Ma l’erba verde sotto i dolci passi
Bianca, gialla, vermiglia, azzurra fassi.

     56Che dee far Giulio? oimè che pur desidera
Seguir sua stella, e pur temenza il tiene:
Sta come un forsennato, e ’l cor gli assidera,
E gli s’agghiaccia il sangue entro le vene:
Sta come un marmo fiso, e pur considera
Lei che sen va, nè pensa di sue pene,
Fra se lodando il dolce andar celeste,
E il ventilar dell’angelica veste.