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l’intelligenza 171


     Molte cose diverse oltre natura 103
v’avvenner, tutte di rea dimostranza:
la terra si crollò oltremisura,
femine parturir fiere ’n sembianza;
gemevan l’ossa de le sepoltura,
ed una forma di rea steficanza
volò stridendo intorno a la cittade,
sí che’ coltivator’ de le contrade
lasciar li campi e fuggir per dottanza.

     E quella forma avea un pin ardente 104
in collo, che ’l gittò dentr’a le mura.
Come i Roman’ mandaro immantenente
per la Toscana, sanz’altra dimora,
per nogromanti e sorciste, che mente
ponessero a scampar di lor sciagura;
vennev’Airone il grande incantatore:
dipinto v’è com’ebbe il magno onore,
perché sapea ne’ tuon far congettura.

     E ’mantenente che fu dismontato 105
col discepolo suo, quel buon sorciste,
di tre animali un fuoco ebb’ordinato:
le genti stavan tutte in pianto e triste;
Minerve la deessa del sagrato
trasser fuori, ma senza festa o viste;
con processione attorneâr la terra,
Airon mise la cenere sotterra,
poi fe’ scongiurazion non cred’oneste.

     Uno scudo, ch’al tempo di Pompile 106
portavano i Romani a processione,
cadde del ciel, che no l’aveano a vile,
ch’aveano in esso gran divozione;
Airone tornò al tempio molt’umle,