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se ricevuto in regalo il «Château-Margaux». Egli invitò soltanto i suoi amici a venire a bere un certo vino di una qualità e di un aroma veramente notevoli, che egli attendeva per quel mattino.

Mi sono spesso sforzato d’immaginare come mai il «vecchio Carletto» fosse venuto alla conclusione di non dire che aveva ricevuto il vino in regalo dal suo vecchio amico, ma non sono riuscito a capire esattamente la ragione del suo silenzio, sebbene non vi sia dubbio che egli doveva avere una ragione eccellente ed estremamente magnanima.

Il mattino arrivò infine, e con lui una numerosa e molto rispettabile compagnia giungeva a casa del Sig. Goodfellow. In verità, mezzo il paese era presente, — anch’io ero nel numero — ma, a gran dispetto dell’anfitrione il Château-Margaux non arrivò se non a ora molto tarda, e quando già gli ospiti avevan fatta ampia giustizia al suntuoso pranzo imbandito dal «vecchio Carletto». Ma infine arrivò; ne arrivò anzi una cassa mostruosamente grande, — e come la compagnia era ormai notevolmente allegra, fu deciso, nemine contrario, di alzarla sul tavolo e di sventrarla senz’altro.

Detto fatto: diedi anch’io una mano, e in un attimo la cassa era sul tavolo, fra tutte le botti-