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pochi e la crescente miseria delle moltitudini producono l’ignoranza e fanno abilità agli usurpatori di salariare parte del popolo per opprimere il rimanente. Quindi le numerose soldatesche ed il militare dispotismo. La questione politica è nulla in faccia all’importanza della questione economica. Finché vi saranno uomini che per miseria si vendono, il governo sarà in balìa di coloro che più posseggono; la libertà è un vano nome. Invenzioni, scoverte, ordini nuovi, liberi reggimenti, altro non fanno che respingere la società in quell’abisso verso cui le leggi economiche inesorabilmente la traggano. In quali Stati è maggiore la miseria e più sensibile l’oligarchia dei ricchi? In quelli ove le moderne libertà e l’industria maggiormente fioriscono: più che altrove in Inghilterra, poi nel Belgio, poi in Francia. Gli europei dalla burrasca economica che gli travaglia sono cacciati a torme verso il nuovo mondo; e dall’Inghilterra emigrano il maggior numero perchè, secondo i moderni, la più civile. Son fatti questi e non congetture che vengono in appoggio alla ragione: quindi il vantato progresso altro non è che decadenza. Ma ove giungeremo? Sarà un giorno l’affannata umanità governata da una gretta oligarchia di banchieri? È questa la domanda a cui risponderemo col ragionamento che segue.

Svolgiamo la storia: essa ci indicherà quali furono le sorti di quei popoli le cui ricchezze s’accumularono nelle mani di pochi patrizii. I Magno-Greci sono lontani da noi, e comechè la loro storia ci venga tramandata attraverso la nebbia dei secoli, pure vediamo che appena pochi divennero i possessori delle ricchezze sociali, cominciò in quelle repubbliche il parteggiarsi del popolo, sorsero i tumulti, donde risultò il militare dispotismo, quindi gli Aristodemi, gli Anapali, i Dionisii, i Faleridi..... Presso i Romani gli avvenimenti si dise-