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L’alro partito che raccoglie sotto la sua bandiera la più ardita e generosa gioventù, è il repubblicano. Assennati da’ passati disastri non hanno fede alcuna ne’ principi; il risorgimento d’Italia, la cacciata dello straniero, la sperano dalle proprie forze, da una rivoluzione.

Si distacca alquanto da questi un numero limitatissimo d’individui che si dicono federalisti. Per li unitarii lo scopo principale è la nazionalità, pei federalisti la libertà; quelli escludono qualunque intrusione straniera, questi accetterebbero la libertà dalla Francia, quasichè la libertà potesse riceversi in dono; e così federalisti ed unitarii, per soverchia esclusività ne’ loro sistemi errano, non potendo esistere, come nei precedenti capitoli abbiamo dimostrato, nazionalità senza libertà, ne questa senza quella. I federalisti hanno più chiari e recisi concetti politici, sono repubblicani di principii; gli unitarii sentono più fortemente la dignità nazionale, ma non sono repubblicani che di forme. Quindi repubblicani unitarii, federalisti e regii sono i tre partiti che si riscontrano in Italia; ma i due ultimi aspettano l’impulso altronde, e sono ben rari fra loro gli uomini d’azione, i più sono dottrinarii; i primi invece vanno fastosi di una schiera nobilissima di martiri, e contano quaranta anni di vita operosissima. Inoltre tanto i regii, come abbiamo detto, quanto i federalisti, appartengono quasi tutti all’Italia boreale o alla Sicilia, gli uni contenti di un regno, gli altri di una cisalpina; mentre gli unitarii abbracciano nelle loro mire l’intera Penisola dalle Alpi al Lilibeo; epperò se non vogliasi disconoscere il vero, i soli che abbiano un carattere reciso di partito italiano sono i repubblicani unitarii. Gli avversarii accusano questo partito di debolezza e discordia, che corre dietro una chimera. Ma è forza riconoscere che sono i soli i quali