Pagina:Pirandello - Enrico 4., 1922.djvu/113


Enrico IV 105

tano solo di questo, oh: che stracci loro addosso la maschera buffa e li scopra travestiti; come se non li avessi costretti io stesso a mascherarsi, per questo mio giusto qua, di fare il pazzo!

Landolfo - Arialdo - Ordulfo

(sconvolti, trasecolati, guardandosi tra loro).

Come! Che dice? Ma dunque?...

Enrico IV

(si volta subito alle loro esclamazioni e grida, imperioso).

Basta! Finiamola! Mi sono seccato! (Poi subito, come se, a ripensarci, non se ne possa dar pace, e non sappia crederci) Perdio, l’impudenza di presentarsi qua, a me, ora — col suo ganzo accanto.... — E avevano l’aria di prestarsi per compassione, per non fare infuriare un poverino già fuori del mondo, fuori del tempo, fuori della vita! — Eh, altrimenti quello là, ma figuratevi se l’avrebbe subìta una simile sopraffazione! — Loro sì, tutti i giorni, ogni momento, pretendono che gli altri siano come li vogliono loro; ma non è mica una sopraffazione, questa! — Che! Che! — È il loro modo di pensare, il loro modo di vedere, di sentire: ciascuno ha il suo! Avete anche voi il vostro, eh? Certo! Ma che può essere il vostro? Quello della mandra! Misero, labile, incerto.... E quelli ne approfittano, vi fanno subire e accettare il loro, per modo che voi sentiate e vediate come loro! O almeno, si illudono! Perchè