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del mondo, sparsa di qualche osservazione corrispondente al disegno di queste lettere, ecco in breve il tentativo per questo quarto trattenimento. Avverto poi, che il migliore di tutte le seguenti riflessioni si troverà cavato dalle opere di Newton, delle quali io farò copiose citazioni, che ho scelte apostatamente a preferenza di ogni altra, onde mostrare come era sottomesso l’intelletto del più grande de’ filosofi che abbiano studiata la natura: e come possa trovare con che arrossire alcuno di coloro, i quali ostentano incredulità per guadagnare opinione di bello spirito, confrontandosi un momento (se il suo amor proprio glielo permette) col grand’uomo, che ci ha svelato il magistero de’ cieli.

Comincia il sacro storico il suo racconto col descriverci la materia creata in quello stato imperfetto, in cui le mancava ogni regolarità di forma e di disposizione, e nel quale essendovi i principii delle cose non poteva però dirsi fatta alcuna cosa, in quella guisa che non può dirsi esistente nel marmo la statua, prima che l’industre scalpello non ne la tragga. A che fine lasciò Dio il mondo per qualche tempo come un rude ammasso di elementi inerti e confusi? sembra ch’Ei fatto l’abbia per distruggere, anche prima che fos-