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la distanza dagli ottantaquattro stadj accennati da Procopio. Il Lettore potrà convincersi del sin quì detto dando un’occhiata alla carta Geografica antica, e moderna, che ho aggiunta a questo libro. Premesse queste notizie passo a narrare colle parole stesse di Procopio1 la guerra fatta da Narsete a Totila nell’agro Sentinate l’anno di Gesùcristo 551. =

Narsete avendo tralasciata la via Flaminia s’incaminò nella parte sinistra. Imperocchè essendo Pietra Pertusa, la quale descrissi ne’ libri antecedenti, un luogo assai forte per sua natura, ed essendo occupato da gran tempo dall’inimico, la via Flaminia era del tutto chiusa a’ Romani. Laonde Narsete avendo tralasciata la strada più breve, che conduceva a Roma, s’incaminò per quella via, dove l’escita era aperta.

Frattanto essendo avvisato Totila di quelle cose, che erano accadute nell’Agro Veneto, aspettando prima Teja colle sue truppe si fermò in Roma. Quindi tostocchè vennero senza aspettare due mila soldati a Cavallo, che non erano ancor giunti, Totila partì con tutto il suo esercito per affrontare opportunamente i nemici. Avendo saputo per istrada, che questi avevano passato Rimini: essendo stato ucciso Usdrila, ed essendo giunto ne’ monti Appennini dopo aver girata tutta la Toscana, pose gli accampamenti, e si fermò vicino ad un Vico, che i paesani chiamano Tagina. Nè molto dopo l’esercito Romano condotto da Narsete si accampò nel Monte Appennino lungi al più cento stadii dagli accampamenti degl’inimici in un luogo certamente piano, ma cinto da molti sepolcri, che rimanevan vicini: dove tempo fa dicono, che da Camillo2 co-----

  1. Lib. IV. de Bel. Got. c. 29.
  2. Se il Cluverio, ed altri scrittori avessero considerato, che l’ignoranza, e debolezza è propria dell’uomo, non avrebbero fatto tanto fracasso contro Procopio. Camillo vinse i Galli nell’anno 362 avanti l’era Cristiana, e Q. Fabio li sconfisse nell’agro Sentinate l’anno avanti a Gesùcristo 294, cioè sessantotto anni dopo. Adunque o Procopio commise un’inavvertenza, ed invece di scrivere Q. Fabio scrisse Camillo, o gli Amanuensi mutarono a lui la parola di Q. Fabio in quella di Camillo. Ecco aggiustata la cosa con semplicità senza fare tante declamazioni