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con gli artigli 227

terzo cassetto. «Questo non è chiuso» diss’egli. Infatti il cassetto si aperse facilmente. L’aggiunto pigliò il lume e si chinò a guardarvi dentro.

Franco si era seduto sul canapè e guardava i travicelli del soffitto. Sua moglie, quando vide il cassetto aperto, gli sedette accanto, gli prese e gli strinse una mano, spasmodicamente. Udì sfogliar carte e il Ricevitore mormorar con voce benigna: «disegni». Poi l’aggiunto fece «oh!» I satelliti si chinarono a guardare; Franco trasalì. Ella ebbe la forza di levarsi per vedere e di dire: «cosa c’è?» L’aggiunto aveva in mano una lunga, curva, sottile busta di cartone, che portava un biglietto scritto. Egli lo aveva prima letto silenziosamente e ora lo lesse forte con un accento inesprimibile di soddisfazione e di sarcasmo. «Sciabola del tenente Pietro Ribera ucciso a Malojaroslavetz, 1812» Franco balzò in piedi, sorpreso, incredulo, e in pari tempo l’aggiunto aperse la busta. Franco non la poteva vedere; guardò sua moglie, che la vedeva. Sua moglie aveva le labbra bianche. Lo credette spavento e non gli pareva possibile.

Era gioia; la busta non conteneva che un fodero vuoto. Luisa si trasse nell’ombra precipitosamente, cadde a sedere sul canapè, lottò contro un violento tremito interno, s’irritò con sè stessa, si disprezzò e lo vinse. Intanto l’aggiunto, preso il fodero e guardatolo per ogni verso, chiese a Franco dove fosse l’arma. Franco fu per rispondere che non lo sapeva com’era vero. Ma questa