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56 leuma e lia

— Questo è stato il regalo della sposa allo sposo; — disse Lia indicando.

— Corpo di bacco: una magnificenza! — disse Astese fermandosi su la soglia.

— Venga, ma venga avanti! Adesso lui non c’è in casa e possiamo essere sicuri.

Era una grande stanza arredata con austerità di cuoi, di tappezzerie e di mobili antichi di non dubbio valore: una stanza da studio che la avrebbe invidiata un sognatore e un poeta, e che nessuno avrebbe sospettato in quella villa alla buona. La tenue luce passando attraverso le tendine di seta rossa, si rinfrangeva su le ricche masserizie in un raccoglimento pieno di pensiero e di bellezza. In uno scaffale di antica foggia stavano disposti molti libri legati in cuoio ed oro, e presso il balcone era un tavolo massiccio sagomato a liocorni con ricchissima suppellettile per iscrivere, e un’erta sedia a bracciuoli con borchie e cuoio. Ma per temperare l’austerità del seggiolone, faceva grazioso invito al sogno ed al riposo un mobile che Catullo avrebbe chiamato torus lucubratorius; in linguaggio moderno, una dormeuse a fiordalisi.

Quadri, acqueforti, due statuette di bronzo, vasi di vivi fiori, stoffe e ricami di puro lavoro ornavano le pareti.