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leuma e lia 21

non valsero a far sì che Lia desse il suo acconsentimento di proseguire.

Fu sturata un’altra bottiglia che era valido documento della bontà della cantina e poi si andò a dormire.


*


Il lume lunare entrava nella stanza ospitale di Astese, e la luna tonda passeggiava fra le cime dei pioppi azzurri.

Astese conobbe nel corridoio il passo di Leuma e lo chiamò piano.

— Hai bisogno di niente? — chiese Leuma.

— Niente, caro; ma se tu mi racconti la storia del tuo matrimonio, mi farai un piacere, tanto più che sino a mezzanotte di solito non prendo sonno.

Leuma crollò il capo come si fa coi bambini ostinati a cui non si può dire di no.

— Aspetta che Lia dorma, — bisbigliò andandosene.

Ritornò poco dopo e cominciò così:

— Se tu credi che la storia del nostro matrimonio contenga degli episodi drammatici, ti sbagli. Però è abbastanza singolare e credo che, più degli altri, ce ne siamo meravigliati noi che fummo i protagonisti.