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ritiro volontario delle fabbriche, che intende ricostruire verso la detta strada. Ma si contrappone, che il signor Principe Sciarra non intendeva assegnare alle Muratte che 10 metri di larghezza; ora per una strada di tanto transito occorrendo 15 metri, qual prezzo non si dovrebbe pagare per un ritiro di 5 metri in più di larghezza ed in area tutta fabbricata? E posto che tuttavia ciò costasse meno che espropriare la zona interna della proprietà Sciarra, è evidente che nel tratto successivo fra la via delle Vergini e la Piazza di Trevi, costerebbe assai più espropriare tutte le fronti dei fabbricati, e gli appartamenti di riguardo, di quello che passare a traverso il vasto cortile degli Uffizi dell’Intendenza di finanze. Vantaggio economico dunque non ce n’è da questa parte: e dall’altra costerebbe assai più l’allargamento di via di Pietra a carico degli imponenti casamenti Pericoli e Piombino, non potendosi toccare l’antico colonnato, e a carico del palazzo Cini, di quello che allargare e sfondare il vicolo di Monte Catino e quelle case che volgarmente si chiamano i bureaux. Andiamo fino ad ammettere parità di spesa; ma in questo caso la scelta non è più dubbia, per ragioni di decoro e di estetica. Nemmeno ha valore il timore, che fra la nuova via e quella delle Muratte in Piazza di Sciarra resti una fronte di fabbricato disdicevole per esiguità; perchè risulta dal progetto, come è stato immaginato, e dalle misure locali, che quella fronte resterà di metri 24; lunghezza che non sempre si riscontra in alcuni dei più eleganti palazzetti della città. Insomma e Giunta e Commissione, dopo un esame speciale e accuratissimo terminarono unanimi coll’approvare il