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del Palazzo di Giustizia e del giardino, e potrà contenere più di 40 mila abitanti.

Un’altra difficoltà, non ancora del tutto risoluta, sta nella incertezza del dove collocare il Palazzo di Giustizia, edifizio pure questo obbligatorio per la legge sul concorso governativo. Il Ministero aveva mostrato desiderio e disposizione di fissarne la sede nei Prati di Castello, presso il lungo Tevere ed in prossimità dei ponti che si dovranno costruire, per mettere in comunicazione il quartiere col folto dell’abitato che si distende sulla riva sinistra del fiume. Il disegno dell’ufficio segnava il Palazzo fra i due ponti nuovi proposti, come si dirà a suo luogo, presso l’Orso e presso Ripetta. Ma se questa posizione è la migliore, non è forse la più pratica, essendochè importerebbe la distruzione di qualche casa nuova e di parecchie strade fatte per iniziativa privata, appunto in quella zona di terreno. Difatti pare che il Ministero di Grazia e Giustizia non sia riuscito ad accordarsi coi proprietari per una transazione, che permetta di fare il Palazzo fra i due ponti. Si è pensato in appresso, se non convenisse meglio, per riguardo economico, di fissarne il posto propriamente in faccia al ponte dell’Orso, ma presso il lungo Tevere. Qui pure qualche distruzione sarebbe necessaria, ma di assai minore importanza; lo che rende più probabile la riuscita delle trattative coi proprietari. Il Direttore pertanto del nostro ufficio tecnico ha studiato un secondo progetto del quartiere in Prati modificato in modo, da riuscire in relazione col nuovo posto che si vorrebbe assegnato al Palazzo di Giustizia. I disegni sono pronti dunque per i due casi, a menochè il Ministero