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in corrispondenza tanto della recente strada del Cimitero costruita dalla Provincia col concorso del Comune, quanto del cavalcavia della strada ferrata presso Santa Bibiana. La prosecuzione di questo tratto del pomerio non è soltanto un abbellimento, ma una necessità, dovendosi fare sotto di esso il fognone per condurre le acque del Castro Pretorio all’altro, che convoglia le acque di quasi tutto l’Esquilino, e che funziona come un ramo dell’alto collettore sulla sinistra del Tevere. Perchè è da sapere, che ora le acque del Castro Pretorio si scaricano fuori delle mura in una chiavica provvisoria fin presso il Campo Verano, ove le riceve un fosso confluente dell’Aniene; ma questo ripiego dovrà abbandonarsi il più presto possibile.

Altro miglioramento del quartiere è la maggiore larghezza assegnata alla via di S. Lorenzo, per darle sezione di 20 metri fino alla Porta omonima. Il tratto di questa strada, fin dove terminano le nuove fabbriche, ha già quell’ampiezza; nel resto è così insufficiente e pel tramway ivi in esercizio, e pel carreggio continuo dei materiali da costruzione provenienti dalle molte cave della contrada esterna, e per il transito diretto al Cimitero, che da tutti se ne reclama la correzione. Ma ad un certo punto questa via è attraversata dall’acquedotto Felice; il quale con vizioso andamento si distacca dalle mura della Città e si congiunge al tratto che divide la via di S. Lorenzo dalla stazione ferroviaria. Dove poi cavalca la strada, il manufatto disegnato dal Fontana ha qualche pregio artistico, e ricorda con la iscrizione lapidaria collocata nell’attico, il decreto col quale Sisto V, nel primo anno del suo Pontificato (1585),